Vernissage

L'altra sera sono stato ad un Vernissage.
Non sapendo quale tipo di persone frequentava quel posto, non avevo idea di come presentarmi.
In questi casi bisogna indossare la divisa-jolly. Tipicamente parigina.
Giacca che non c’entra niente con la camicia, che non ha niente a che fare con i pantaloni e i calzini bordeaux (rigorosamente in vista).
Il tutto su un paio di scarpe da basket del 1954.

Non avevo un paio di scarpe così e stavo per decidere di non andare più al Vernissage.

Ma dovendo trovare uno spazio giusto per esporre i miei disegni, sono costretto a cercare di conoscere qualche buon gallerista.
Devo avere la fortuna di incontrare qualcuno che parlandomi di qualcun altro mi potrebbe dire che i posti dove sono già stato non erano i posti giusti e che neanche quello in cui ci troviamo è quello giusto, e che lui è lì solo perché il vino è ottimo e servito sempre alla temperatura giusta.

Ci vado o non ci vado? Mi sono domandato.

Vado.
Mentre raggiungo la via che ospita l’evento, trovo altre gallerie più interessanti ma proseguo ripetendomi più volte il nome della strada appena lasciata, perché voglio ritornarci, magari più tardi.

Et voilà.
Una esposizione collettiva multimediale.
Ci sono delle foto giganti che fanno schifo vendute a prezzi schifosamente giganteschi.
In fondo la cosa mi fa anche piacere e ben sperare.
Poi in fondo alla sala vedo delle cose bellissime, svendute e mal esposte.
Dov’è il bar?
Il vino è caldo e liquoroso.
Infatti non è vino.
Ho bevuto un intero bicchiere di “Djembé-Djembé”, un liquoraccio del Mali, in onore del proprietario della galleria che è di Timbuctù.

Mi si avvicina un elegante ubriaco il quale mi spiega sbiascicando che in questa galleria ci viene solo per bere quella miscela rossa di cui non conosce il nome.
Infatti il beverone è l’unica bomba alcolica che lo ubriaca in un attimo e non lo trasforma in un violento pugile, come accade quando beve Gin liscio.

Me ne sono andato senza neanche dare un’occhiata alle altre gallerie che avevo incrociato, perché non mi ricordavo più la via.